Cosa sono
Quando parliamo di intonaci tradizionali, parliamo di intonaci fatti con i materiali della nostra storia in una serie di strati ben definiti: calce spenta/calce idrata naturale (legante) e sabbia mista di fiume e cocciopesto (inerti) di varia granulometria per rinzaffo e arriccio. Grassello di calce e polvere di marmo per le finiture di arenino e marmorino.
Pregi dell’intonaco tradizionale
La recente diffusione di prodotti premiscelati e ‘faidate’ li hanno quasi sostituiti perchè più facili da usare e più economici. Ricordiamo però che i materiali naturali sono più salubri e resistenti di conseguenza più qualitativi. A seconda delle richieste, delle condizioni o dell’obiettivo del restauro si può sostituire la calce idrata con la calce idraulica, che asciuga anche in presenza di umidità; si può anche aumentare il tipo di inerte, per esempio il cocciopesto, per aumentare ulteriormente la traspirabilitá dell’intonaco. Venezia è stata costruita cosi.
Quattro fasi
Fase 1 Rinzaffo. Nel primo sottile strato di intonaco, la malta risulta più liquida per aderire meglio al supporto di mattoni o pietre, l’inerte è a grana grossa. Essendo molto ruvida consente agli strati successivi di aggrapparsi adeguatamente.
Fase 2 Arriccio. E’ composto da due o tre strati che vanno a colmare tutti colmare tutti i vuoti rendendo omogenea la superficie. L’impasto è più denso perchè contiene meno acqua. Ogni strato va fatto accuratamente asciugare prima della stesura di quello successivo. L’intonaco ottenuto sarà ruvido ma allo stesso tempo perfettamente spianato, è importante che la superficie sia granulosa ma diritta perchè il prossimo strato aderisca
Le finiture – arenino
Fase 3 Arenino. La sua composizione cambia molto rispetto ai precedenti. Invece di calce idrata si usa il grassello di calce stagionato mescolato con sabbia di fiume setacciata e cocciopesto, entrambi di granulometria più piccola rispetto agli strati precedenti. Nel caso si voglia una finitura colorata, si possono aggiungere dei pigmenti all’impasto stesso. Fino alla fine del 800 la finitura era sempre di marmorino, steso sopra all’arenino. In epoca moderna, per ridurre i costi della manodopera, la finitura si ferma all’arenino, dato in due strati.
le finiture -Marmorino
Fase 4 Marmorino. E’ con questa finitura classica, di grande pregio, che raggiungiamo il massimo risultato in termini di resistenza, idrorepellenza, traspirabilità e bellezza. Cambiano le materie prime ma anche il tipo di lavorazione e naturalmente anche il risultato. Le materie prime sono grassello di calce e polvere di marmo, setacciate e miscelate, eventualmente colorate con pigmenti naturali.
Carbonatazione
Quello che distingue la finitura a marmorino dalle altre è la trasformazione chimica (carbonatazione) che converte la superficie finale in marmo, con tutte le sue caratteristiche chimiche. Questa finitura prevede due strati, l’ultimo dei quali va lisciato e schiacciato finchè la superficie diventa liscia e lucente come appunto il marmo. Ora l’intonaco ha raggiunto il massimo in termini di resistenza all’umidità perchè tutti i materiali di cui è composto sono altamente traspiranti e in termini di idrorepellenza e resistenza date dalla finitura che è diventata una lastra di marmo. Per la caratteristica proprietà di lasciar traspirare l’intonaco anche in situazione di estrema criticità, il marmorino trovò la sua culla nella città di Venezia dove la forte umidità da risalita creava non pochi problemi ma questo tipo di finitura ha permesso a gran parte del patrimonio lagunare di arrivare fino a noi.